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Inserito il:
16/03/2015
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La mia VdA
Il mio giorno da Géant
Attraversare il Colle di Malatrà, sul percorso del Tor des Géants, per coronare un sogno

Mi sono chiesto tante volte cosa possa provare un atleta che dopo aver corso, camminato e sofferto per oltre 300 km, oltrepassa la fessura del Malatrà e vede davanti a se il massiccio del Monte Bianco; la risposta che mi sono dato è “ha coronato un sogno”, e siccome i sogni non vanno mai calpestati, ho deciso, nel mio piccolo, di regalarmi un giorno da géant.
La mia idea raccoglie consensi, formiamo un gruppo di sei persone, provenienti da tre regioni e riusciamo ad organizzare la traversata da Lavachey a Saint-Rhémy-en-Bosses in una limpidissima giornata di ottobre.
Salendo godiamo di una vista impressionante sulle Grandes Jorasses, tra queste montagne è stata scritta buona parte della storia dell’alpinismo, il rifugio dedicato a Walter Bonatti, impareggiabile terrazzo sulla piramide Walker, ne è la prova.
Le nostre espressioni lasciano trasparire entusiasmo, si parla, si scattano foto per gli archivi personali e frivoli selfie ad uso dei social.
Poco sopra gli alpeggi di Malatrà si apre un vasto altopiano alla cui base si trova l’alpeggio Giué Superiore, recentissima costruzione mirabile esempio di ecosostenibilità e luogo ideale per una sosta ristoratrice che ci consenta di godere appieno delle meraviglie circostanti.
L’autunno è la stagione dei colori, l’erba assume un colore rosso intenso, le montagne cominciano ad indossare l’abito nuziale e gli alberi si incendiano, fatico a lasciarmi alle spalle la dolce pendenza del Vallone di Malatrà ed attacco il tortuoso sentiero in coda al gruppo.
Superati gli ultimi pascoli giungiamo in vista del lungo traverso che, tra pietraie e sfasciumi, conduce alla strettissima apertura del Colle, l’ho visto in decine di immagini ed ora, finalmente, è davanti a me, sono impaziente, accelero, voglio raggiungerlo!
L’agognata meta si materializza in un baleno, il passaggio è angusto e la vista si apre su un altro gigante, il Grand Combin; un velo di neve ricopre l’inizio della discesa verso Bosses; il primo tratto è attrezzato con scalini in ferro e corde, non posso fare a meno di pensare a chi, dopo un’immane fatica, deve percorrerlo in salita, magari in piena notte.
E’ l’ora del pranzo, estraggo dallo zaino la focaccia genovese e la distribuisco ai miei compagni, gustata a quasi tremila metri è ancora più buona; cerco una pietra dove sedermi a contemplare l’eden che mi circonda prima di scatenarmi con una raffica di foto.
Ripartiamo, superato il breve tratto attrezzato e la successiva pietraia, il sentiero diventa piuttosto comodo, qualche chiazza di neve rende più affascinante il contesto, voltandomi mi rendo conto che il disegno del percorso è particolarmente ardito, onore a chi lo ha realizzato.
Protetti da una corona di montagne frastagliate procediamo fino ad arrivare in vista del rifugio Frassati, realizzato a poca distanza dal Lac de Merdeux e dominato da un’imponente bastionata rocciosa, giungiamo quindi all’alpeggio di Tza des Merdeux da dove parte la lunga strada poderale per Saint-Rhémy.
L’ampio vallone concede ancora spunti alla nostra fantasia, attraversato il torrente Thoules la pista diventa ampia e corre parallela alla parte alta di Bosses, riusciamo ad immortalare la conifera simbolo della stagione, il larice, con i suoi aghi infuocati.
Il caratteristico villaggio di Merdeux segna l’ultima tappa prima della planata sul parcheggio di Crevacol dove un’amica ci attende per ricondurci ad Aosta, è grazie a lei se il progetto della traversata è andato in porto.
Il mio giorno da géant è giunto al termine, sono esausto ma non riesco a smettere di pensare alle emozioni provate, ora non mi resta che mettere nelle gambe altri 310 chilometri ed affacciarmi dal “lato giusto” del Malatrà…
Testo e foto di Alessandro Fronza (dal microscopico all’immenso)
- Prime luci sui larici
- Il rifugio Bonatti
- Le Grandes Jorasses dall’alpeggio Giué
- Il massiccio del Monte Bianco dal Vallone di Malatrà
- Il Vallone di Malatrà
- Le nostre ombre ammirano la piramide Walker
- Il lungo traverso prima del Colle
- La targa del Col Malatrà
- Il gruppo al Colle
- La parte alta del Vallone di Merdeux
- Il rifugio Frassati
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Grazie per la citazione, è stato un piacere aiutarvi a coronare un sogno. La prossima volta facciamo la traversata al contrario e ci sarò anch’io!!